Alla fine degli anni novanta, Danilo Cherni partecipa ad alcune performance dell'artista Mario Airò, aderendo al contesto musicologico dell'opera.
"[...] possiamo spiare il musicista alla sua console dietro la quale appare la proiezione di un paesaggio planetario, la superfice di Venere mentre nel cielo infinito ed oscuro appare il fenomeno delle stelle doppie. Il musicista contempla questo paesaggio stella resolcato da linee di luce e quindi di energia" L.Cherubini (Via etere)